venerdì 24 marzo 2017

Colori

Si attribuisce in genere la percezione di un colore all'elaboraborazione dei segnali luminosi che giungono al nostro occhio, dopo che un fascio di luce bianca ha rimbalzato su un oggetto e questi ha trattenuto alcune lunghezze d'onda, lasciando arrivare sino a noi solo il colore in questione.
Non è vero.
O meglio, è vero solo in parte: la storia è assai più complicata e variegata.
Una prima cosa è certa: la percezione di un colore (come anche solo di un certo livello di luminosità) dipende dalla nostra elaborazione della luce che giunge agli occhi. Soggetti daltonici, ad esempio, vedono tinte diverse rispetto al resto della popolazione1
Offrire una spiegazione completa e soddisfacente di come e perché noi vediamo i colori esula dall'intento di questa breve paginetta: per quanto ne sappiamo si tratta di un argomento ancora oggi poco definito anche tra gli esperti della materia. In altre parole: le vere ragioni per cui noi vediamo (leggi: la nostra mente vede) i colori non ci sono per nulla chiare.
Di certo occorre considerare che non sono solo gli stimoli fisici esterni, ossia la luce, a farci vedere determinati colori, bensì un'interazione molto complessa che coinvolge anche i fotorecettori della retina ed il nostro sistema neurocerebrale.2
Quanto ci limitiamo ad illustrare brevemente qui di seguito sono le principali ragioni per cui determinate lunghezze d'onda luminose raggiungono i nostri occhi (oppure l'apparecchio fotografico): pur senza entrare in dettagli scientifici (non ne saremmo all'altezza) abbiamo confidenza che qualcosa potrà risultare nuovo e sopratutto utile da sapere quando si scattano fotografie.1

La luce bianca

La luce è un'onda elettromagnetica con lunghezze che variano dai 400 ai 700 nanometri circa.3 Lunghezze d'onda inferiori o superiori non sono visibili ai nostri occhi e sconfinano rispettivamente nel campo dell'infrarosso e dell'ultravioletto.
La luce bianca è quella che ci illumina nella media delle condizioni diurne: contiene in varie proporzioni un miscuglio di tutte le lunghezze d'onda e viene considerata l'illuminazione normale.4



© Chris Ford

È facile separare le varie componenti cromatiche di un fascio di luce bianca facendolo attraversare un prisma, che rifrange le singole lunghezze d'onda verso percorsi diversi.
Tuttavia sono altre, di norma, le ragioni per cui ci pare di scorgere questo o quel colore:2


Assorbimento

E' il caso più generalmente conosciuto di visione dei colori: tutte le lunghezze d'onda della luce incidente sono assorbite da un certo pigmento fatte salve quelle che daranno origine alla sensazione cromatica, le quali sono invece riflesse e giungono quindi ai nostri occhi.



© Paula Izzo

Il colore per assorbimento si osserva sia in luce trasmessa che in luce riflessa.
È l'esempio tipico dei filtri colorati per fotografia.





Anche l'acqua agisce da filtro. Sebbene l'effetto non sia visibile con quantità modeste di liquido, di fronte a masse consistenti come mari o laghi il fenomeno diviene evidente.
Vedi per questo ache la nostra piccola introduzione alla fotografia digitale subacquea.3

Rifrazione





Immagine di Lucas V. Barbosa

Le diverse lunghezze d'onda della luce bianca, rifratte da un prisma, da un vetro molato o da goccioline d'acqua, vengono scisse e disperse, risultando visibili singolarmente. Si spiegano così i colori dell'arcobaleno5.
L'immagine qui a lato evidenzia come un prisma rifrange la luce; notare come il rosso abbia una maggior lunghezza d'onda del viola, e come il raggio viola sia più piegatorispetto al rosso. 4

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